Aggiornato alle 19:18 del 28 marzo 2024

REpowerEU, ecco come la Ue vuole affrancarsi dall’energia russa

Investimenti per 210 mld € al 2027 con fondi del Recovery Plan. Misure per infrastrutture, risparmio, Fer, efficienza, idrogeno. Price cap al gas in caso di interruzione delle forniture da Mosca

Arriva l’atteso pacchetto REpowerEU, che dopo le prime indicazioni presentate dalla Commissione a marzo (QE 8/3) contiene adesso le misure che dovrebbero consentire alla Ue di rendersi indipendente dalle forniture energetiche russe entro il 2030.


Il pacchetto include cinque comunicazioni, una proposta di regolamento, una di raccomandazione e una di direttiva, nonché un documento di lavoro sull’idrogeno e il biometano e linee guida sulle modifiche ai Pnrr alla luce di REpowerEU. Sarà infatti proprio il Recovery Plan a garantire gli investimenti per 210 miliardi di euro al 2027 necessari per l’attuazione delle misure (al 2030 serviranno 300 mld €).

Accanto a REpowerEU, il vice-presidente esecutivo della Commissione responsabile del Green deal, Frans Timmermans, e la commissaria all’Energia, Kadri Simson, hanno presentato anche l’attesa comunicazione sui possibili interventi di breve-termine per contrastare il caro-energia e per il market design elettrico.

A tutto questo si aggiunge una comunicazione congiunta dell’esecutivo comunitario e dell’alto rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell, su una partnership strategica con i Paesi del Golfo Persico, mirata in particolare a una cooperazione con il Gulf Cooperation Council (Gcc) e i suoi Stati membri, considerati “fornitori affidabili di Gnl e dotati delle migliori risorse solari ed eoliche del mondo”.

REpowerEU si basa sulle analisi della Commissione sul mutamento del sistema energetico europeo indotto dall’aumento dei prezzi del gas, con i cicli combinati che rispetto a quanto indicato in Fit for 55 al 2030 scenderanno di 8 GW e produrranno il 67% in meno (o 240 TWh). Crescerà invece il ricorso al carbone e al nucleare: sempre rispetto allo scenario di fine decennio prospettato dal pacchetto del luglio 2021, il primo genererà 105 TWh in più, il secondo accrescerà la produzione di 45 TWh. Conseguentemente, al 2030 l’import di gas scenderà di 97 mln tep e quello di carbone e petrolio salirà di 13 e 6 mln tep rispettivamente.

Lato finanziamenti, ha annunciato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, Bruxelles è pronta a mobilitare 297 mld €, di cui 72 mld € in sovvenzioni e 225 mld € in prestiti. Le sovvenzioni saranno finanziate con 20 mld € dalla vendita di quote Ets prelevate dalla Riserva di stabilità, mentre altri 26,9 mld € arriveranno dai fondi di coesione e 7,5 mld € dalla Politica agricola comune. La Commissione raddoppierà inoltre fino a 3 mld € la dotazione 2022 dell’Innovation Fund per i grandi progetti.

Fino a 10 mld € serviranno per realizzare i collegamenti mancanti nella rete del gas e nuovi terminali Gnl e fino a 2 mld € per le infrastrutture petrolifere necessarie a interrompere le importazioni di greggio russo.

Da segnalare in proposito che sempre oggi la Commissione ha lanciato nell’ambito di REpowerEU un nuovo bando Cef da 800 mln € aperto fino al 1° settembre ai progetti della quinta lista Pci, che include 67 iniziative nell’elettricità, 20 nel gas, 6 nella Ccs e 5 nelle smart grid.

Tutto il resto degli investimenti di REpowerEU, ha assicurato von der Leyen, andrà a iniziative per la transizione energetica.

Per l’efficienza, in particolare, viene proposto un aumento dei fondi per i 27, che assieme a finanziamenti e incentivi nazionali dovranno permettere di accrescere l’obiettivo vincolante di risparmio al 2030 dall’attuale 9% al 13%.

Un aumento del target al 2030, dal 40 al 45%, è previsto anche per le rinnovabili, che passeranno dall’attuale 33 al 67% della capacità elettrica installata Ue a fine decennio e saranno stimolate attraverso le numerose iniziative contenute nel pacchetto.

Innanzitutto la strategia solare, che prevede un raddoppio della capacità FV a 320 GW al 2025 e un ulteriore crescita a 600 GW al 2030, anche grazie a una “European Solar Rooftop Initiative” che includerà l’obbligo di realizzare impianti sui tetti di tutti i nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali. Sempre per il solare sarà lanciata una partnership per le competenze nello sviluppo di grandi impianti e una "EU Solar Industry Alliance” per sostenere la produzione di pannelli "made in EU”.

Sempre per le Fer vengono proposti il raddoppio del tasso di crescita delle pompe di calore e misure per integrare l’energia solare termica e geotermica nelle reti di teleriscaldamento. Ma soprattutto arriva l’attesa raccomandazione per accelerare i processi autorizzativi, in base alla quale gli Stati membri dovranno applicare le “più favorevoli procedure disponibili” classificandole di “interesse pubblico prevalente” e “nell’interesse della sicurezza pubblica” (tali nozioni sono introdotte da un emendamento alla direttiva Fer).


I 27 dovranno inoltre creare uno sportello unico per le autorizzazioni, introdurre procedure interamente digitalizzate, garantire personale amministrativo sufficiente e qualificato e limitare al “minimo necessario” le zone di esclusione degli impianti Fer.

Sul fronte dei Ppa, la stessa raccomandazione chiede di rimuovere rapidamente gli ostacoli amministrativi e le barriere di mercato e di introdurre meccanismi di sostegno e sistemi di garanzie di origine adeguati.

Il documento di lavoro su idrogeno e biometano, che indica in 50 mld € la spesa necessaria a diversificare le forniture di gas russo ricorrendo al Gnl (senza considerare i 10 mld € per gli ulteriori terminali), fissa un obiettivo al 2030 di 10 milioni ton di H2 verde da produzione Ue più altrettanto di importazione e di 35 mld mc per i gas rinnovabili. Per il biometano è anche contemplato il lancio di una partnership industriale europea per promuoverne la produzione e l’utilizzo.

Per quanto riguarda gli acquisti comuni di gas, il pacchetto propone la creazione, dopo il recente avvio della EU Energy Platform, di un meccanismo di acquisto cui potranno partecipare gli Stati membri interessati. E dopo le dichiarazioni congiunte sulle forniture di Gnl con Usa e Canada, Simson conta di “raggiungere prima dell’estate accordi politici per consegne di gas liquido con altri partner”. Ad aprile le importazioni di Gnl nella Ue sono ammontate al record mensile di 12,6 mld mc e contestualmente l’import di gas dalla Russia è sceso del 26%, ha sottolineato la commissaria.

Venendo infine alla comunicazione sul caro-energia e il market design elettrico, Simson ha spiegato che “tempi eccezionali richiedono misure eccezionali”. Di qui una serie di indicazioni attuabili subito e durante la prossima stagione di riscaldamento.

Nei mercati del gas è data la possibilità agli Stati membri di “estendere temporaneamente la regolazione dei prezzi al consumo finale a un’ampia gamma di clienti, comprese le famiglie e l’industria”, e di introdurre “misure di liquidità di emergenza a sostegno dell’efficace funzionamento dei mercati delle materie prime”.

I 27 potranno intervenire nei mercati elettrici per fornire sostegno ai consumatori, prorogando fino al prossimo inverno le eventuali norme sugli extra-profitti e utilizzando le rendite di congestione. Le regioni con interconnessioni limitate potranno introdurre sovvenzioni per i costi dei combustibili utilizzati nella generazione (il sistema in via di applicazione nella Penisola Iberica).

Saranno poi ammesse misure straordinarie nel caso di interruzione totale delle forniture di gas dalla Russia, in particolare l’imposizione di un tetto al prezzo del gas a livello Ue. Il tetto, tuttavia, dovrà essere limitato alla durata dell’emergenza e “non dovrà compromettere la capacità della Ue di attrarre fornitori alternativi di gas mediante gasdotti e Gnl e di ridurre la domanda”.

Il price cap, spiega la Commissione, avrebbe il vantaggio di bloccare l’aumento dei prezzi, ma proprio per questo potrebbe frenare la riduzione dei consumi indotta dal caro-energia e, al tempo stesso, limitare la disponibilità di forniture alternative, che sarebbero invece indispensabili in caso di crisi degli approvvigionamenti ma prenderebbero altre strade a causa del tetto al prezzo.

Bruxelles invita in ogni caso gli Stati membri a “prepararsi a interruzioni degli approvvigionamenti” e in tal senso suggerisce di identificare eventuali settori di consumo non protetti dalle attuali normative.

Sull’adeguatezza del market design elettrico, la comunicazione conclude che l’attuale struttura del mercato è “efficiente”, ma avvierà comunque una riflessione per verificare possibili aggiustamenti per renderlo “più solido e resiliente agli shock” e allinearlo ulteriormente agli obiettivi del Green deal.


Allegati Notizia




 

CALENDARIO EVENTI





TUTTI I DIRITTI RISERVATI. È VIETATA LA DIFFUSIONE E RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE IN QUALUNQUE FORMATO.
Privacy policy (GDPR)
www.quotidianoenergia.it