di Vittorio D'Ermo
Dopo una fase di stabilizzazione intorno ai 90 dollari per barile, livello mai toccato dal 2014 e quindi di allarme per l’elevato potenziale inflazionistico, le quotazioni dei principali “marker crudes” sono ulteriormente aumentate nell’ultima seduta della settimana scorsa sotto la spinta di crescenti preoccupazioni sulla adeguatezza dell’offerta nel breve e medio termine
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