Valutare attentamente la reale sostenibilità economica e sociale del percorso tracciato da Fit for 55. E’ l’appello di Unem e Federmetano, intervenute nell’ambito del ciclo di audizioni sul pacchetto Ue avviato dal Dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio lo scorso ottobre (QE 24/11).
Ieri è stato ascoltato il presidente di
Unem, Claudio Spinaci, secondo il quale le misure di Fit for 55 non sono “sempre coerenti tra loro” e mostrano “un’articolazione temporale non ben definita” e scarsa attenzione all’occupazione, alla competitività delle imprese, alla “concorrenza asimmetrica dei Paesi extra-Ue”, ai costi e alla sicurezza energetica.
Nel mirino dell’associazione è in particolare il permanere del sistema “tank-to-wheel” nella revisione del regolamento sulle emissioni auto, che continueranno dunque ad essere misurate allo scarico anziché sull’intero ciclo di vita dei veicoli e dei prodotti energetici.
In questo modo, sottolinea Unem, si “prevede di fatto la completa elettrificazione dei trasporti”, escludendo altre tecnologie come i carburanti low-carbon “in grado di dare da subito il proprio contributo non solo ambientale ma anche economico alle diverse filiere nazionali”.
Inoltre, il sistema non permetterebbe di raggiunge l’obiettivo di decarbonizzazione al 2035, dato che a questa data “le rinnovabili non saranno in grado di coprire la domanda incrementale derivante dall’elettrificazione dei trasporti”.
Ancora: l’esclusione dei low-carbon fuel dal trasporto stradale, peraltro “non coerente” con la revisione delle direttive sulle Fer e la fiscalità energetica, metterebbe a rischio a giudizio di Unem il loro utilizzo nel trasporto aereo e marittimo, non essendo possibile raggiungere le economie di scala necessarie per una produzione a basso costo.
Il “tank-to-wheel”, insomma, “non rispetta la neutralità tecnologica e introduce seri rischi di delocalizzazione delle filiere della mobilità senza reali benefici a livello globale”.
Sul pericolo di una messa al bando del motore endotermico al 2035 a causa della misurazione delle emissioni allo scarico ha insistito anche il presidente di
Federmetano, Dante Natali, che in audizione mercoledì ha indicato tra le “criticità” del pacchetto Ue anche una “tassazione eccessivamente elevata del gas naturale, che non considera il minore impatto ambientale rispetto ad altri carburanti fossili”, nonché la cessazione del sostegno alle infrastrutture per Gnc e Gnl dal 2025.
Si tratta, ha avvertito Natali, di “un autentico disincentivo a investire nei biocarburanti e nei combustibili rinnovabili per autotrazione, che precluderebbe le maggiori possibilità di decarbonizzazione date dall’utilizzo di tecnologie già collaudate e fruibili”.
Oltre alla modifica del tank-to-wheel, Federmetano chiede l’inclusione dei veicoli alimentati a combustibili rinnovabili nella definizione di “zero emission vehicle”, l’introduzione di un sistema volontario di crediti CO2 e livelli minimi di tassazione Ue basati sulle prestazioni ambientali in ottica “well-to-wheel” applicati a tutti i combustibili/vettori energetici (“quindi anche all’elettricità che attualmente non è 100% rinnovabile”).
Per quanto riguarda la revisione della Dafi, infine, Natali ha chiesto di mantenere lo strumento direttiva (anziché regolamento), “da declinare a livello nazionale con un Quadro strategico aggiornato e basato sugli asset dello Stato membro”.