Era facilmente prevedibile che se l’aggressione russa non si fosse risolta rapidamente, i prezzi delle commodity energetiche (e non solo) si sarebbero incendiati. Così è stato e ad infiammarsi sono state soprattutto le quotazioni del gas, arrivato a sfiorare i 400 €/MWh e che, pur ridimensionate, rimangono sopra i 200 €/MWh. Anche i greggi hanno avuto la loro impennata, ma pur portandosi sui 120 $/bl, sono rimasti all’interno di un range già sperimentato, che nel luglio 2008 aveva portato il Brent a 150 $/bl.
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